Parassitosi intestinali nel gatto: una realtà da attenzionare

Le
parassitosi intestinali che colpiscono la specie felina sono molto meno
annoverate di quelle che colpiscono la specie canina, ma altrettanto
frequenti. Infatti, mentre nel cane è facile trovare proprietari attenti
ad un controllo periodico del problema, nel gatto ciò avviene più
raramente. Di sicuro gioca un ruolo importante anche l'attenzione che la
medicina veterinaria moderna dà a queste infestioni, crescente negli
ultimi anni in cui micio diventa sempre più presente nelle case degli
italiani. Al pari del cane, come già accennato, possiamo ritrovare la
presenza di diverse specie di parassiti; i più importanti sono i
protozoi (coccidi, Giardia spp ecc), organismi unicellulari
capaci di provocare affezioni a carico dell'apparato gastroenterico con
sintomi quale diarrea, dissenteria, disidratazione, vomito ecc e gli
elminti intestinali tra cui primeggiano gli ascaridi e le tenie. Per
quanto riguarda i primi, la specie più conosciuta è il Toxocara cati,
un verme tondo cosmopolita e ubiquitario capace di infestare i gattini
già al momento della nascita. Le tenie più importanti invece sono il Dipylidium caninum, trasmissibile attraverso l'ingestione di pulci a loro volta infestate dalle larve del parassita, Taenia multiceps, Taenia ovis e Taenia hydatigena,
vermi piatti che raggiungono l'intestino del gatto attraverso la carne
cruda e il lambimento. Le verminosi causano una sintomatologia anche
grave nei piccoli perchè i parassiti, aderendo alla mucosa intestinale,
depauperano l'organismo dei normali nutrienti forniti dall'alimento e
provocano anemie gravi e problemi di crescita per fenomeni carenziali.
Altri sintomi importanti sono: debolezza, dimagrimento, gravi disturbi
intestinali, patologie cutanee e del pelo. La presenza di parassiti è
facilmente intuibile perchè classicamente l'addome presenta una forma “a
botte”. Nei gatti adulti, quando l'infestazione non supera i livelli di
guardia, la sintomatologia è meno grave, spesso inapparente, ma la
presenza stessa del parassita limita la normale funzione metabolica
impedendo all'animale di assimilare correttamente l'alimento
somministrato. Altri sintomi possono essere opacità e perdita di pelo,
dimagrimento, problemi intestinali, indebolimento. La prima diagnosi può
essere eseguita direttamente dal proprietario osservando periodicamente
l'aspetto macroscopico delle feci. Nel caso di presenza di tenie è
classico osservare, nel gatto come nel cane, delle strutture bianche
simili a piccoli chicchi di riso che non sono altro che segmenti del
verme contenenti le uova. Sicuramente però la diagnosi d'eccellenza va
effettuata dal medico veterinario, il quale sottoporrà le feci
dell'animale a controllo microscopico confermando la certezza del
sospetto. È comunque fondamentale eseguire l'esame coprologico almeno
due volte l'anno non soltanto per la salute del gatto, ma anche perchè
una contaminazione dell'ambiente domestico può portare al contagio della
parassitosi all'uomo. La terapia di queste parassitosi oggi può essere
eseguita con diversi farmaci in diverse soluzioni (iniezioni, compresse,
tavolette appetibili, paste ecc). Le infestioni protozoarie, più rare e
più difficili da diagnosticare, vengono curate con farmaci a base di
metronidazolo e spiramicina. Le molecole più importanti contro le
verminosi invece sono il praziquantel, il pyrantel, l'oxantel, la
milbemicina, il mebendazolo ecc presenti in diversi farmaci anche in
combinazione che vengono somministrati all'animale una volta in
monoterapia fino alla eventuale ricomparsa del problema.
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