giovedì 9 aprile 2015

Cycas: il silenzioso nemico dei cani


La Cycas è una pianta ornamentale per aspetto (ma solo per aspetto) simile alla palma che trova ampia diffusione nel sud Italia e che sempre più sta avendo attenzione in medicina veterinaria per il numero di casi di intossicazione – a volte anche mortale – registrato sui cani.
La pianta presenta un fusto vistoso sommitato da una corona di foglie verdi e un cuore di foglie giovani che si presentano raggomitolate insieme ad infiorescenze avvolte in una particolare peluria. Nel centro di questo gomitolo si trova l'apparato riproduttore formato sia da coni maschili che femminili che attraverso impollinazione danno vita prima ai frutti del tipico colore arancio e poi ai semi.
Le parti maggiormente incriminate nei fenomeni tossici sono i semi e le foglie, anche se non sono da escludere le altre componenti della pianta che spesso non vengono assunte dagli animali perché meno appetibili delle altre. Non di rado il cane viene a contatto con il veleno della pianta semplicemente giocando con le foglie o con i frutti che somigliano a delle palline colorate.
I primi segni clinici visibili sono abbattimento e vomito intenso, a volte diarrea con sanguinamento, abbondante salivazione e sete, sintomi che molti proprietari sottovalutano perchè transitori e non specifici. Questi segni possono perdurare o ridursi con il tempo mentre il tossico raggiunge e agisce sul fegato, organo che maggiormente risente di questa tossicosi. Nei casi meno gravi, ma anche più difficili da riconoscere, il cane presenta nei giorni a seguire abbattimento, debolezza, inappetenza, mucose ingiallite o congeste, quadro di una insufficienza epatica cronica confermabile con un esame del sangue diagnostico. Nei casi acuti, più violenti, si verificano anche segni neurologici, come convulsioni, ed emorragie che potrebbero portare l'animale a morire in poco tempo.
La terapia non è specifica per il tossico ma tende a salvaguardare e risanare gli organi compromessi, in particolare il fegato, e a depurare l'organismo. I tempi di ripresa per i cani che riescono a sopravvivere sono lunghi e a volte le funzioni organiche vengono recuperate solo parzialmente.
Il Centro Antiveleni dell'Ospedale Niguarda 'Ca Granda di Milano, dopo diversi studi sulle azioni tossiche della Cycas anche sull'uomo, ha riconosciuto due molecole, la BMAA e la cicasina, come principali responsabili dell'intossicazione e lancia l'allarme avvelenamenti per tutti i cani che possono venire a contatto con la pianta killer.

Dott. Gianfranco Casale
Medico Veterinario
Centro Medico Veterinario San Vito
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